Cazzi Miei

Thursday, May 11, 2006

Ken Saro-Wiwa


La vera prigione (K. Saro-Wiwa)


Non è il tetto che perde
Non sono nemmeno le zanzare che ronzano
Nella umida, misera cella.
Non è il rumore metallico della chiave
Mentre il secondino ti chiude dentro.
Non sono le meschine razioni
Insufficienti per uomo o bestia
Neanche il nulla del giorno
Che sprofonda nel vuoto della notte
Non è
Non è
Non è.
Sono le bugie che ti hanno martellato
Le orecchie per un'intera generazione
E' il poliziotto che corre all'impazzata in un raptus omicida
Mentre esegue a sangue freddo ordini sanguinari
In cambio di un misero pasto al giorno.
Il magistrato che scrive sul suo libro
La punizione, lei lo sa, è ingiusta
La decrepitezza morale
L'inettitudine mentale
Che concede alla dittatura una falsa legittimazione
La vigliaccheria travestita da obbedienza
In agguato nelle nostre anime denigrate
È la paura di calzoni inumiditi
Non osiamo eliminare la nostra urina
E' questo
E' questo
E' questo
Amico mio, è questo che trasforma il nostro mondo libero
In una cupa prigione.

Leggendo attentamente questa profonda poesia non è difficile capire che l'omertà e la sottomissione sono la morte della dignità e della libertà.

E' importante ricordare l'autore di questa poesia come un uomo forte che preferisce morire libero di esprimere le proprie idee, piuttosto che piegare la testa e farsi sottomettere.

Il 10 novembre 1995 Ken Saro-Wiwa e altri otto attivisti sono stati giustiziati dal governo Nigeriano perchè lottavano contro i danni ambientali provocati in Nigeria dalla Shell che dal 1958 estrae petrolio nel territorio del delta del fiume Niger. La popolazione Ogoni che vi abita, oltre che essere avvelenata dall'inquinamento degli impianti industriali , è stata costretta "manu militari" all'emigrazione.


E' davvero così necessario il petrolio a questo prezzo?



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